Roma - “Stop agli aumenti di pena per gli immigrati irregolari. La Corte costituzionale boccia l’aggravante di clandestinità, ma dà il via libera al reato d’immigrazione clandestina – scrive Repubblica -. Una bocciatura parziale alle politiche migratorie del governo, salutata dall’opposizione come una ‘buona notizia’. A sollevare la questione di legittimità costituzionale, tanto dell’aggravante, quanto del reato di clandestinità sono state decine di giudici in tutta Italia. Oltre 100 i ricorsi. Ieri è arrivata la decisione della Consulta, adottata a maggioranza in camera di consiglio. Stando alle indiscrezioni, la Corte avrebbe deciso per l’illegittimità dell’aggravante di clandestinità (pene aumentate di un terzo se a compiere un reato è un irregolare) prevista dal primo pacchetto sicurezza del luglio 2008. Un via libera sarebbe arrivato invece al reato di clandestinità (punito con ammenda da 5mila a 10mila euro) introdotto dal secondo pacchetto sicurezza, nel luglio 2009. L’aggravante di clandestinità sarebbe stata bocciata - stando alle prime anticipazioni, non smentite dalla Consulta - per violazione degli articoli 3 e 25 della Costituzione. In primo luogo, dunque, per irragionevolezza perché secondo il principio ‘ne bis in idem’ l’aggravante andrebbe a collidere con il reato di clandestinità introdotto nel 2009. Inoltre, l’aumento di pena violerebbe il principio costituzionale del "fatto materiale" quale presupposto della responsabilità penale: l’aumento di pena sarebbe cioè collegato solo allo status del reo (il trovarsi irregolarmente in Italia) e non alla gravità del reato o alla pericolosità dell’autore. I giudici costituzionali avrebbero invece considerato legittimo il reato di clandestinità, dichiarando infondate le questioni sollevate dal tribunale di Pesaro e da numerosi giudici di pace (tra cui Orvieto, Lecco, Torino, Cuneo, Vigevano e Gubbio)”.
“Le motivazioni delle due decisioni si conosceranno solo tra una decina di giorni, quando i giudici relatori, Gaetano Silvestri e Giuseppe Frigo, le avranno messe nero su bianco. E dalla Corte potrebbero venire anche interpretazioni restrittive del reato di clandestinità: come l’indicazione che spetta al giudice di pace valutare la grave entità del fatto, così da escludere eventuali giustificati motivi per cui l’immigrato si sia trattenuto illegalmente in Italia. Le indiscrezioni sono bastate a scatenare i commenti politici. Tutti soddisfatti, stando alle prime reazioni. Il sottosegretario all’Interno, Alfredo Mantovano: ‘Saranno così fugate tutte le critiche, spesso pretestuose, che hanno accompagnato l’approvazione e l’applicazione del reato di ingresso clandestino’. Soddisfatta Livia Turco, presidente del Forum Immigrazione del Pd – conclude Repubblica -: ‘È una sentenza scontata, che mette un punto su una questione di grossolana incostituzionalità, di una norma animata solo da furore ideologico’. Intanto, ieri, il Consiglio dei ministri ha approvato il ‘Piano nazionale per l’integrazione’ e l’accordo che introdurrà dal 2011 il permesso di soggiorno a punti”. |